Minaccia
Agosto, il mese più scassacazzi dell’anno.
Quanto lo odio.
Settembre, arriva presto o guai a te.
Agosto, il mese più scassacazzi dell’anno.
Quanto lo odio.
Settembre, arriva presto o guai a te.
E con un 29 in Fisiologia si concludono gli esami estivi per me. Peccato non aver preso 30, ma è stato comunque il voto più alto, quindi sono soddisfatta.
Mi resta solo un esame, Storia della Psicologia, ad ottobre, e poi il primo anno è archiviato.
Adesso l’obiettivo è uno, ed uno solo: DORMIRE!
Non tutti sanno che ho una tartarughina d’acqua da ben 10 anni, e si chiama Ruga. O per meglio dire, il nome completo sarebbe “Ruga Geraldine Estelle Halliwell”, ma il fatto è che quando la comprammo avevo 9 anni ed ero fissata con le Spice Girls, quindi mi auto-giustifico un po’.
E’ un esserino adorabilissimo, la amo tanto tanto. E’ stata il primo animale domenico che ho comprato, e paradossalmente è anche l’ultimo che mi è rimasto.
Ha sopportato con pazienza quando in famiglia arrivarono i pesci rossi (di cui uno cannibale), i criceti amanti del sesso sadomaso, la coniglietta dolce e cicciotta, e quindi non la cagavo più di tanto.
Ha sopportato con moooolta pazienza anche il periodo in cui la compagna “Tarta Leonardo di Caprio” (si, aveva una compagna, e penso avessero pure una relazione sentimentale, coff coff. E comunque il nome stavolta è opera di mia sorella) stava male e dovevo ignorarla per curare e dar da mangiare all’altra.
Ha 10 anni ma è vispa come se ne avesse la metà. Ogni tanto mi fa venire un infarto quando si lancia dal suo isolotto e si schianta contro le pareti dell’acquario, ma deve avere una testa dura come il marmo, perchè dopo 3.469 botte è ancora qui.
E’ una brava picciotta, insomma. Solo, non capisco perchè scambia sempre il mio dito per un gamberetto gigante, ma vabbè.
Devo aver portato quella povera creatura alla pazzia, perchè le cambio nomignolo ogni tanto (l’ultimo è Rucolette) e almeno una volta al giorno mi avvicino e le parlo facendo smorfie e cercando di convincerla a dire qualche parolina (tipo “mamma”, io la butto lì).
Prima o poi si stancherà pure lei e le sue prime parole saranno: “Vaffanculo, brutta stronza, ti vuoi stare un po’ zitta?”.
Triste, la vita.
Ecco l’opera prima (cioè, non è proprio prima, ma facciamo finta di si) di un genio incompreso.
By the way, non è una torta, è arte astratta, me pare ovvio. Arte astratta leggermente bruciacchiata, opera di una tizia che non sa usare granchè il forno ventilato.
La gente dovrebbe imparare ad assumersi le proprie responsabilità e a smettere di vivere così, per inerzia, aspettando che gli altri facciano qualche fantomatica “prima mossa”, magari quando questi non sono nella posizione di poterla fare, ’sta benedetta mossa.
E che cazzo.
E’ successo che ho ritrovato gli archivi del mio precedente diario online, archivi che risalgono al 2002. Non avevo neanche compiuto 15 anni, fa un certo effetto rivedere cose scritte in uno stile che forse non ti appartiene più, pensieri che ti fanno ripiombare in un determinato momento o in un particolare stato d’animo. E’ per questo, fondamentalmente, che scrivo e appunto delle cose. E’ per poter rileggere, a distanza di anni, chi ero, ri-conoscermi di nuovo.
Nei prossimi giorni metterò online buona parte di questi fantomatici archivi, ma nel frattempo mi permetto un paio di osservazioni:
- Nel 2002 avevo un botto d’impegni “internettiani”, cosa che non ricordavo per niente, pensavo che per me i guai fossero cominciati solo con Lot, noto che era un problema cominciato già un anno prima. Tutte le persone con cui interagivo all’epoca sono scomparse. Solo di una so che fine ha fatto, le altre boh? Pace all’anima loro.
- Nel 2003 mi sono morti nonno e zia a distanza di un mese. Dopo un po’ ho cominciato a giocare seriamente a Lot: è stato l’inizio della fine.
- Nel 2004 è morta Dolly, dopo un “meraviglioso” capodanno passato al suo capezzale. Sfioravo la malattia mentale, almeno a giudicare da quello che scrivevo e provavo. Nello stesso anno ho anche conosciuto per la prima volta dei lottiani. Non so se le due cose sono correlate
- Il 2005 è cominciato bene, è finito male. Ho vissuto il mio 18esimo compleanno come un incubo, ma vorrei pubblicamente ringraziare chi mi ha fatto piangere tutta la giornata perchè adesso ho imparato a schifare e ad allontanare chi mi fa/ha fatto del male. Senza ironia, giuro.
- Beh, il 2006 lo porto nel cuore, mi sono successe un paio di cose che io reputo importantissime.
Non esiston case sufficientemente grandi
da potere contenere tutte queste cianfrusaglie
costruite, trasportate, comperate, rivendute
non mi interessano
telepromozioni di affaroni garantiti
le vetrine di stilisti con le firme sui vestiti.
Non mi interessano i consigli per gli acquisti
io mi diverto ad ascoltare i miei dischi
non mi interessano i bollini della spesa
saranno anni che non vado più in chiesa.
Dove son finiti tutti quei mattoni colorati
quanti menti son cresciute, quanti sogni irrealizzati.
Quando ero piccolo
giorni interi trascorrevo a costruire con il lego
ancora non sapevo a cosa stavo andando incontro
Ora che sono diventato un adulto
non mi riesco più a guardare allo specchio
della televisione proprio me ne frego
io mi diverto a costruire coll’ego.
Dimmi cos’è che non va
con me stesso
dimmi qual è il meccanismo che è rotto
dammi un ricambio perfetto
così la smetto
la smetto di riflettere, di ragionare, di cercare di capire, il senso delle cose
Non mi interessano i consigli per gli acquisti
io mi diverto ad ascoltare i miei dischi
non mi interessano i bollini della spesa
saranno anni che non vado più in chiesa
Io, Carlo - L’ego
Dunque, velocemente, e sperando che questa sia la volta buona, perchè la mia connessione internet funziona solo per una decina di minuti al giorno, a giorni alterni -.- Yuhu…
Il 3 avevo Psicometria. Mi ero ripromessa che non avrei accettato meno di 25, risultato: 26. Fuori uno.
Il 4 avevo invece inglese. Mi ero ripromessa che non avrei accettato meno di 27, risultato: 28. Fuori due.
Al prossimo esame mi riprometterò di non accettare meno di 30, voglio proprio vedere che succede. >_>
Tutti in scena!
E’ tutto pronto, tutti gli attori sono dietro le quinte in attesa di mettere piede sul palco, e la regista è isterica al punto giusto.
Tu ti guardi intorno, basita, cercando di capire quello che sta succedendo. Perchè sai, lo sai benissimo, che la parte della protagonista femminile è tua, ma non ti ricordi neanche una virgola di quello che devi recitare. Cavolo, non ti ricordi neanche il titolo dell’opera! Chiedi lumi alla regista, lei non ti considera, presa com’è dai preparativi. Non c’è neanche il tempo di andare nel panico, perchè la recita è già cominciata, e tra qualche secondo tocca a te.
Nel momento in cui ti tocca recitare, esiti appena, ma non puoi rifiutarti di salire sul palco. Meglio fare una figuraccia totale personale, fare da caprio espiatorio, che bloccare la recita e far fare una brutta figura a tutta la compagnia.
Sul palco avviene il miracolo. Sebbene coscientemente non ricordi ancora nulla, riesci ad andare a braccio, a mo’ di trance, come se inconsciamente il tuo corpo sapesse cosa dire o fare in quella situazione, come se fosse abituato a quella recita, già provata tante volte.
Non vedi neanche il pubblico, il pensiero che possa essere lì a quel punto, ormai, non ti sfiora più. La tua mente non fa che urlare: “diavolo, non riesco a ricordare niente”, mentre tu in qualche maniera te la cavi, e anche in maniera discreta, visto che l’altro protagonista non sembra accorgersi di quello che sta succedendo. A titolo informativo, tra un atto e l’altro chiedi alla regista il riassunto generale della scena, come a prepararti psicologicamente a quello che dovresti fare.
Solo in una scena una comparsa, un salumiere (?), è l’unico a guardarti storto, come se avesse capito tutto e che sei un’impostora. E tu lo guardi, sentendoti quasi in colpa per un qualcosa che non hai commesso.
E’ un sogno di qualche giorno fa. Non sapevo neanche se inserirlo, ma dovevo staccare un attimo dallo studio. Sto impazzendo. Sto impazzendo sul serio.
Quando l’ultimo giorno di scuola,
dell’ultimo anno di liceo,
suona la campanella dell’ultima ora,
sei convinto che quello sia l’ultimo secondo della tua adolescenza.
…GRANDISSIMA CAZZATA!
[Notte prima degli esami, 2006]