La settimana scorsa sono andata al comitato di Napoli di Telefono Azzurro, visto che avevo saputo, tramite Università, che erano in cerca di volontari. Mi faceva piacere dare una mano, e poi si, insomma, più sto con la mente impegnata e meno faccio trip mentali.
Ad ogni modo, già arrivata al centro ero un attimino “sfatta”, perchè sono dovuta andare in metropolitana e il tratto che va da P.zza Garibaldi a P.zza Dante non era pieno, era STRACOLMO di persone. C’era così poca aria respirabile che ho avuto per qualche attimo la certezza che stavo per svenire. Vabbuò.
Arrivata a destinazione inizia la parte migliore, cioè la presa di coscienza del posto in cui ero finita.
L’appuntamento del colloquio era alle 16.00.
L’addetta ai colloqui è venuta dopo le 17.00.
Io ho fatto il colloquio alle 19.00.
Ci hanno fatto sloggiare alle 19.02.
Nelle tre ore di attesa ho dovuto sopportare, oltre alla noia mortale:
- La coordinatrice che parlava al telefono e sembrava divertirsi molto;
- La coordinatrice che si divertiva con i volontari e faceva battute su cose a me ignote;
- La coordinatrice che si sfogava con altri volontari, che denunciava lo schifo di questo posto, il fatto che nessuno faceva niente e che faceva tutto lei, e che a settembre sarebbe andata via.
- Un volontario semi-idiota che, se gli chiedevi tipo: “Si ma che giorno è oggi?”, ti rispondeva: “I promessi sposi sono un’opera famosa”.
- Una coppia di anziani che avevano scritto una commedia sul telefono azzurro e si gasavano aBBestia. Mah.
Il colloquio è durato circa 2 minuti, di cui 1 minuto e mezzo è servito per compilare una scheda che chiedeva semplici generalità. Alla fine è finito tutto con un mio “vabbè ti faccio sapere”. E pensare che io pensavo che avrebbero dovuto dire loro a me, ’sta frase…
Sono rimasta sconvolta dalla mancanza di professionalità e dalla disorganizzazione. Ma d’altronde siamo a Napoli, che mi aspettavo?
Ad ogni modo, dubito che quei tizi rivedranno la mia faccia di nuovo.